Dopo un’intensa fase di test, Yakutia, il quarto dei sette rompighiaccio ad alimentazione nucleare del programma russo Project 22220, è salpato dal Porto di San Pietroburgo per iniziare le operazioni nell’Artico.
Yakutia si unisce ufficialmente alle sue sorelle Arktika, Sibir e Ural, entrando in servizio nel periodo più critico, caratterizzato da condizioni climatiche estreme e ghiaccio particolarmente impegnativo.
Anche la sua realizzazione non è stata semplice a causa delle sanzioni occidentali imposte alla Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina.
A ricordarlo è stato Alexei Likhachev, direttore generale di Rosatom, in occasione del VI Forum Artico Internazionale: “Sapete che i nostri costruttori navali hanno apportato modifiche significative. In questo caso, il nostro nuovo rompighiaccio Yakutia è stato completato durante gli anni dell’operazione militare speciale e sebbene oltre il 90% dei componenti di fabbricazione russa siano stati utilizzati sulla nave, le sanzioni hanno avuto un certo impatto su di essa“.
Attualmente, la russa Atomflot gestisce nove rompighiaccio nucleari: la nave da trasporto a propulsione nucleare Sevmorput, due rompighiaccio di classe fluviale (Taimyr e Vaigach), rompighiaccio di classe marina (Yamal e 50 Let Pobedy) insieme alle ultime navi del Progetto 22220.
La United Shipbuilding Corporation (Rosatom) sta attualmente portando avanti la costruzione dei rompighiaccio Leningrado e Kamchatka, mentre ha già finalizzato i contratti per la realizzazione di Stalingrado e Sakhalin.
Nel novembre 2024, inoltre, ha ufficialmente presentato il nuovo rompighiaccio Chukotka.
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