Di Giovanni Landi (Vice-presidente Istituto EuropIA) – All’inizio di dicembre si è tenuto a Vienna il “Simposio Internazionale su Intelligenza Artificiale e l’Energia Nucleare” sotto l’egida dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA). Un evento di alto livello che ha certamente avuto il merito di dire forte e chiaro ciò che alcuni discutono ormai da molti mesi. Una pagina è ormai stata voltata, d’ora in poi la questione dell’adozione dell’IA da parte dell’industria nucleare non può e non deve essere ignorata da nessuno degli attori interessati, indipendentemente dalla loro posizione nella catena del valore.
Sapevamo già che l’energia nucleare è di fondamentale importanza affinché l’IA mantenga le sue promesse, considerando i tassi di consumo energetico presenti e futuri dei data center in tutto il mondo. Ma l’evento si è incentrato principalmente sull’altro lato della medaglia, l’innegabile importanza dell’IA per l’industria nucleare. Dalla certificazione della catena di fornitura alle operazioni dei reattori, dall’implementazione degli SMR alle licenze dei siti, è impossibile concepire una rinascita nucleare senza un’adozione massiccia e ragionata dell’IA da parte dell’industria.
Il merito del Simposio non è stato solo quello di rendere questa affermazione forte e chiara in tutto il mondo, ma anche di iniziare ad affrontarne i dettagli. Di seguito commentiamo alcuni dei punti sollevati dai partecipanti e che sicuramente dovranno essere affrontati nei prossimi anni. Merito della IAEA è stato quello di porre la questione al centro del dibattito e di iniziare a contribuire allo sforzo per individuare le soluzioni migliori per tutti.
IA, certo, ma quale?
Innanzitutto, IA è un termine ampio che comprende diverse tecnologie, e non tutte sono ugualmente adatte al settore nucleare. IA generativa, IA agentica, apprendimento automatico: ognuno di questi termini può avere significati diversi; l’affidabilità delle soluzioni può variare notevolmente da una all’altra e, a causa delle problematiche di sicurezza e protezione della proprietà intellettuale che l’industria nucleare affronta, le decisioni di implementazione possono variare notevolmente.
La maggior parte dei relatori del Simposio lo ha sottolineato, e l’ovvia conseguenza è che gli attori del settore nucleare (utility, fornitori, enti regolatori, ecc.) devono acquisire, internamente o tramite consulenti di fiducia, le competenze per orientare e orientare le decisioni finali. Inoltre, l’IA difficilmente può essere definita una tecnologia stabile: l’innovazione procede a un ritmo così rapido che solo team esperti possono garantire un’affidabilità tecnica e finanziaria a lungo termine. Ma questo significa anche che le soluzioni generiche – tipiche degli attuali modelli di business dell’IA – semplicemente non saranno sufficienti per quanto riguarda il nucleare.
Ogni azienda dovrà sviluppare internamente le proprie applicazioni e soluzioni, la scalabilità può essere concepita solo all’interno di ambienti chiusi (ad esempioMa questo significa anche che le soluzioni generiche – tipiche degli attuali modelli di business dell’IA – semplicemente non saranno sufficienti per quanto riguarda il nucleare. Ogni azienda dovrà sviluppare internamente le proprie applicazioni e soluzioni, la scalabilità può essere concepita solo all’interno di ambienti chiusi (ad esempio la tecnologia di un reattore o l’ecosistema di una grande utility), mentre i fornitori di intelligenza artificiale all-in-one troveranno molto difficile posizionarsi senza un cambiamento significativo nel loro modello di business.
IA, certo, ma di chi?
Poi c’è la questione della sovranità. Gli interessi all’interno dell’industria nucleare sono strategici sia a livello geopolitico che aziendale, e l’esperienza di altri settori mostra fin troppo chiaramente quanto l’IA possa assorbire know-how, dati e pratiche senza che gli utenti se ne accorgano. L’IA nel nucleare può esistere solo sotto forma di IA privata, e l’onere di risolvere questa equazione è un onere che sia l’industria nucleare che quella dell’IA dovranno sopportare negli anni a venire.
Ci si può fidare delle piattaforme o persino dei modelli degli hyperscaler quando si tratta di proteggere la proprietà intellettuale di un’azienda o un interesse strategico statale nell’impiego nucleare? Il connubio tra IA e nucleare significa combinare due degli interessi non militari più strategici di qualsiasi nazione, e i fornitori di IA dovranno compiere diversi sforzi extra per convincere l’industria nucleare. Semplici slogan o riferimenti all'”ethics-by-design” o all’autoregolamentazione non saranno sufficienti.
Lo stesso vale per la sicurezza. Il settore nucleare si occupa di materiali e processi estremamente delicati, pertanto l’indipendenza degli enti regolatori deve essere assoluta, così come il loro potere di classificare le applicazioni non idonee. Questo può sembrare un limite severo per quanto riguarda il modo in cui i fornitori di IA sono abituati a operare; ma al contrario, si tratta di un contesto normativo molto interessante, in cui solo i migliori e i più seri avranno successo. Se può aiutare l’industria dell’IA a diventare più responsabile e attenta ai propri prodotti e soluzioni, non può che essere visto come un regalo gradito per un settore che è stato troppo spesso lasciato solo a decidere cosa è giusto e cosa non lo è.



















