Nel corso dell’evento “Tecnologie nucleari e applicazioni per un futuro sostenibile“, recentemente svoltosi a Palazzo Lombardia, il Presidente dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), Rafael Mariano Grossi, e il Presidente della Regione, Attilio Fontana, hanno siglato un protocollo d’intesa per l’utilizzo pacifico dell’energia nucleare.
La Lombardia si posiziona quindi in prima fila nella corsa al ritorno del nucleare in Italia.
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I punti chiave dell’accordo
Il Protocollo siglato, della durata di tre anni, prevede interventi in diversi ambiti strategici.
Tra questi, la condivisione di conoscenze e buone pratiche per lo sviluppo di infrastrutture nucleari sicure, percorsi di formazione e assistenza tecnica in materia di sicurezza nucleare, e il sostegno alla carriera femminile nel settore, attraverso programmi come Marie Sklodowska-Curie e Lise Meitner.
Inoltre, il Protocollo promuove l’utilizzo dei reattori di ricerca per applicazioni sanitarie, ambientali e industriali, oltre a iniziative dedicate alla salute pubblica, alla sicurezza alimentare e alla gestione delle risorse naturali, con un’attenzione particolare ai Paesi in via di sviluppo.
I commenti
“Questo memorandum è il primo che l’AIEA sottoscrive con un’entità regionale, segno della fiducia che nutriamo verso le potenzialità di questa regione. La collaborazione con l’Italia, e in particolare con la Lombardia, è estremamente positiva e può offrire risultati significativi in termini di sviluppo sostenibile e innovazione”, ha spiegato Rafael Mariano Grossi.
“Con questo accordo la Lombardia si conferma protagonista nel promuovere tecnologie all’avanguardia a favore dello sviluppo sostenibile. Il nucleare di nuova generazione rappresenta una risorsa concreta per superare la dipendenza da fonti energetiche instabili, sia sul piano geopolitico che economico”, ha aggiunto Fontana.
L’Assessore Alessandro Beduschi (Agricoltura, SovranitĂ alimentare e Foreste) ha commentato: “Regione Lombardia guarda con attenzione anche al nucleare di nuova generazione come possibile alleato per una transizione energetica realmente sostenibile. Non possiamo permettere che la spinta sulle rinnovabili, doverosa ma che va governata, si traduca in un consumo incontrollato di suolo agricolo.
Ben venga quindi aprire il dibattito su qualunque soluzione possa offrirci energia pulita, stabile e a basso impatto, senza sacrificare la produttivitĂ delle nostre campagne. Serve un approccio pragmatico: il Green Deal e la direttiva FER sulle rinnovabili vanno ribilanciati, altrimenti il rischio è compromettere sicurezza alimentare e tutela del territorio“.