Già pioniere nel campo delle rinnovabili e delle energie pulite, in particolare nell’idrogeno verde, il Friuli Venezia Giulia si dice pronto ad esplorare anche l’impiego dell’energia nucleare, e in particolare della fusione, per contribuire alla creazione di un futuro energetico sicuro e competitivo per l’Italia.
In occasione della conferenza annuale del SIS – Sistema Scientifico dell’Innovazione regionale, tenutasi all’Area Science Park di Trieste, si è discusso degli scenari possibili per integrare questa tecnologia a beneficio delle imprese e dei cittadini.
“L’energia nucleare, e in particolare la fusione, è un’opportunità concreta per costruire un futuro energetico sicuro, sostenibile e competitivo. Il Friuli Venezia Giulia intende ritagliarsi un ruolo scientifico di primo piano in questa sfida globale“, ha dichiarato l’Assessore regionale alla Ricerca e Università, Alessia Rosolen.
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Secondo l’assessore il disegno di legge quadro sul nuovo nucleare sostenibile porrà le basi per un Programma nazionale che valorizza la filiera industriale e il ruolo delle grandi infrastrutture di ricerca.
Occorrerà però un piano di regolamentazione snello ed efficiente per attirare investimenti e rafforzare la fiducia dei cittadini.
“L’Italia è partner di progetti internazionali di grande rilevanza come il reattore sperimentale ITER in Francia e il Divertor Tokamak Test (Dtt) in costruzione a Frascati, fino alle iniziative avanzate di Enea, Infn, Cnr e degli atenei – ha aggiunto Rosolen.
“Inoltre, un numero crescente di imprese sta contribuendo a tali iniziative, dimostrando come la collaborazione tra ricerca e industria rappresenti il motore dell’innovazione. Occorre quindi rafforzare le filiere e promuovere l’integrazione virtuosa tra comparto scientifico e realtà produttive“, ha concluso.
Rossana Rotella (progetto ITER): “Stiamo esplorando come utilizzarla. Il nostro obiettivo è di utilizzare la fusione nucleare su scala industriale. L’obiettivo è confinare il plasma ad altissime temperature (150 milioni di gradi) con un campo magnetico estremamente potente, in modo che gli isotopi che devono fondersi possano restare sufficientemente vicini gli uni con gli altri e non vadano ad interagire con le pareti intorno”.
Caterina Petrillo, Presidente dell’Area Science Park, ha spiegato: “Cerchiamo di mettere insieme tutti questi elementi per raccontare e spiegare alcuni aspetti. SIS segue i temi di attualità, e noi ci interessiamo soprattutto alla fusione nucleare, quella che è una produzione di energia nucleare pulita”.
L’opinione pubblica italiana
Nel corso del convegno sono stati mostrati i risultati di un’indagine condotta nel Novembre 2024 da SWG sulla percezione degli italiani riguardo il tema dell’energia nucleare.
Cresce la consapevolezza legata alle sfide energetiche: la maggioranza dei cittadini ritiene infatti che nei prossimi anni l’Italia non sarà in grado di coprire il proprio fabbisogno energetico esclusivamente attraverso le fonti rinnovabili.
L’87% degli intervistati considera probabile un aumento della domanda di energia, con conseguente crescita dei costi per imprese e cittadini.
Per quanto riguarda la percezione dell’impatto ambientale delle varie fonti energetiche, il nucleare di nuova generazione viene considerato a basso impatto da una quota rilevante di cittadini (52%), posizionandosi dietro a fonti rinnovabili come eolico, solare e idroelettrico, ma nettamente davanti ai combustibili fossili.
Il 48% degli intervistati si dichiara favorevole alla costruzione di nuove centrali nucleari in Italia, mentre il 24% è contrario.
Tuttavia, solo un terzo dei partecipanti all’indagine accetterebbe la costruzione di una centrale nucleare entro 20 chilometri dalla propria abitazione.
L’Assessore Rosolen: “L’opinione pubblica può evolvere e superare visioni preconcette, soprattutto se sostenuta da un’informazione corretta e aggiornata sulle nuove tecnologie. Ma il tema non è solo tecnologico: è industriale, sociale, formativo.
Penso ad esempio all’idrogeno, settore in cui siamo già impegnati con investimenti importanti.
Anche qui serve un accompagnamento normativo, amministrativo e tecnico adeguato. Per ogni fonte energetica, nucleare compreso, è essenziale costruire filiere formative solide, che preparino competenze adeguate a sostenere l’innovazione e a favorire gli investimenti delle imprese.
In questo quadro, l’Amministrazione regionale ritiene non solo possibile ma necessaria la costruzione di un sistema energetico sostenibile.
La nostra Regione ha già dimostrato capacità e visione su altre sfide della transizione energetica, come l’idrogeno rinnovabile, e il nucleare sostenibile rappresenta un’opportunità di crescita per il nostro sistema della ricerca: un’opportunità che dobbiamo cogliere, senza esitazioni“, ha concluso.