Nella centrale nucleare di Cernavodă, in Romania, sono iniziati i lavori per il primo impianto europeo e terzo nel mondo dedicato alla rimozione del trizio (CTRF), il combustibile dei futuri reattori a fusione.
Un progetto che, secondo il ministro dell’Energia, Sebastian Burduja, porterà il Paese tra i leader mondiali nel campo dell’ingegneria civile.
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Nuclearelectrica (SNN), in collaborazione con Korea Hydro & Nuclear Power (KHNP), si occuperà dell’ingegnerizzazione, approvvigionamento e costruzione del sito.
La tecnologia è progettata per estrarre il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno, dall’acqua pesante impiegata nei sistemi di raffreddamento e moderazione dei reattori ad acqua pesante pressurizzati.
Questo processo permetterà non solo di recuperare e riutilizzare l’acqua, ma anche di stoccare il trizio in modo sicuro o destinarlo, in futuro, come possibile combustibile per i reattori a fusione nucleare.
Il CTRF dovrebbe essere completato in 50 mesi e soddisferà i più elevati standard internazionali per la sicurezza nucleare.
Del costo totale del progetto, 145 milioni di euro saranno finanziati attraverso un prestito della Banca europea per gli investimenti (BEI).
I commenti
Cosmin Ghita, CEO di Nuclearelectrica: “Oggi è un momento importante nel viaggio della Romania verso l’energia sostenibile: il getto del primo calcestruzzo per l’impianto di rimozione del trizio a Cernavodă. Questo progetto rappresenta non solo il progresso tecnologico, ma anche il nostro impegno per un ambiente più pulito e sicuro. Si tratta di un progetto innovativo, coordinato da team di esperti, un progetto che pone la Romania, ancora una volta, sulla mappa globale dello sviluppo dell’industria nucleare”.
“Stiamo lavorando attivamente per rafforzare le nostre partnership internazionali, capitalizzando i nostri 26 anni di esperienza nel funzionamento sicuro e l’esperienza di oltre 50 anni dell’industria nucleare rumena. Puntiamo a fornire non solo il 66% dell’energia pulita della Romania entro il 2031, ma anche progetti innovativi ed efficienti per sostenere lo sviluppo dell’industria nucleare locale con molteplici benefici socio-economici“, ha concluso Ghita.