sabato, Giugno 7, 2025

Benefici economici e occupazionali del nucleare: un nuovo rapporto per l’Europa

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Nucleareurope, l’associazione europea del nucleare, ha pubblicato un rapporto che evidenzia i benefici economici e occupazionali derivanti dagli investimenti nel settore nucleare.

Il documento, realizzato da Deloitte, è consultabile per intero (in lingua inglese) attraverso il seguente link.

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Il rapporto si concentra su tre scenari di capacità nucleare installata per il 2050 inclusi nel rapporto 2024, sviluppato da Compass Lexecon (sempre per conto di nucleareurope): 100 GW, 150 GW e 200 GW.

Secondo gli ultimi dati disponibili al 2023, l’industria nucleare dell’UE genera:

  • Oltre 250 miliardi di euro di produzione economica;
  • 38 miliardi di euro di reddito;
  • Quasi 48 miliardi di euro di entrate pubbliche;
  • Quasi 0,9 milioni di posti di lavoro che coprono un’ampia gamma di competenze (dall’edilizia, agli ingegneri nucleari altamente specializzati). 

Guardando al 2050, i benefici economici e sociali annuali del nucleare potrebbero essere significativamente maggiori nello scenario di 150 GW

  • Oltre 330 miliardi di euro di produzione economica; 
  • 51 miliardi di euro di reddito familiare disponibile;
  • Oltre 61 miliardi di euro di entrate pubbliche
  • Quasi 1,5 milioni di posti di lavoro

Emmanuel Brutin, direttore generale di nucleareurope, ha commentato: “Il nucleare è una delle poche catene del valore a zero emissioni nette ancorate in Europa, e questo si riflette chiaramente nelle cifre presentate da questo rapporto“.

Dimostra come, investendo nel nucleare, l’Europa possa raccogliere i benefici in termini di stimolo alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro, oltre a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Pertanto, è importante che la Commissione europea fornisca il giusto quadro politico per stimolare gli investimenti a lungo termine nel nucleare attraverso, ad esempio, il programma illustrativo nucleare e il prossimo quadro finanziario pluriennale”.

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